La nutrizione del cavallo da corsa

Un articolo di William J. Tyznik
esperto dell'alimentazione equina

 

Traduzione da "Hoof Beats" di Elena Quidello

In questo articolo si tratta dei problemi connessi alla nutrizione degli equini.
L'autore è uno dei massimi esperti della materia, William J. Tyznik.
Segue, inoltre, la pubblicazione di alcune lettere indirizzate da proprietari e guidatori a questo famoso esperto che risponde, caso per caso, in modo interessante ed istruttivo.
 
 
 

Ritengo basilare indicare ai miei lettori che la lettura delle etichette sulle confezioni di alimenti per cavalli è essenziale. Sembra ci sia notevole confusione nell'industria relativa agli alimenti, supplementi, ecc. dei cavalli. Gran parte di tale difficoltà è dovuta al problema delle misure o al catalogo che elenca le relative quantità dei diversi ingredienti. Per l'indicazione esatta delle quantità relative alle sostanze usate la lista (vedi tabella a destra) dovrebbe essere di valido aiuto:

In aggiunta a queste misure, certe vitamine vengono elencate in unità internazionali (IU); le unità internazionali usate per designare le vitamine A, D ed E fanno riferimento al peso.
 

- 1 pound = 16 once 453,6 grammi

- 1 chilogrammo (kg) = 1000 grammi (g) 2,2 libbre

- 1 grammo 1000 milligrammi (mg)

- 1 mg = 1000 microgrammi (mg)

- 1 microgrammo - 0.001 mg = 0.00000l grammi

- 1 mg per Kg = 1 parte su un milione (PPM)

- 1 oncia = 28.35 grammi
 

Un fattore importante da tener presente è che sono stati stabiliti certi livelli di fabbisogno ed in certi casi i livelli di tossicità dei nutritivi. Il cavallo, come altri animali, può tollerare una vasta gamma di livelli nutritivi. Tuttavia, i limiti possono essere facilmente superati se non vengono presi in considerazione le quantità o i pesi assoluti. Per esempio, nel caso del selenio, il minimo di fabbisogno richiesto è da 0,1 a 0,2 punti per milione ed il livello tossico è di 5 parti per milione nella razione totale. Un cavallo che consuma 18 chili di razione (39,6 libbre) avrebbe bisogno di 1,8 mg di selenio giornalmente; 90 mg sarebbe considerato tossico.

Lo stesso problema si presenta quando le vitamine iposolubili come la vitamina A e D vengono somministrate come supplementi. Da 2.500 a 5.000 unità internazionali di vitamina A per 100 libbre (453,60 kg) di peso corporeo somministrate giornalmente, sembra essere una misura adeguata, ma aumentare di cinque o dieci volte questa quantità, significherebbe causare tossicità che a sua volta provoca una fragilità delle ossa. I livelli della vitamina D sono ancora più ingannevoli. Il livello richiesto va da 250 a 500 unità internazionali per 100 libbre (453 kg) di peso corporeo, giornalmente. Ma se il cavallo lo si tiene alla esposizione dei raggi solari allora, un supplemento di vitamina D potrebbe essere necessario. Bisogna considerare anche i nutrimenti che il cavallo assorbe dagli alimenti naturali come il fieno e le granaglie. La maggior parte dei prodotti preparati commercialmente vengono rafforzati con vitamine adeguate sulla base dei livelli minimi richiesti. Somministrare regolarmente vitamine supplementari non solo può essere costoso ma soprattutto pericoloso.

Attualmente viene dato considerevole rilievo ai sali minerali nella alimentazione dei cavalli. La gente pensa che ogni specifico minerale debba in qualche modo risolvere la gran parte dei problemi di un cavallo. Sembra che il significato dei maggiori minerali come il calcio, il fosforo ed il magnesio sia stato spostato sui microminerali.

Per molti decenni l'importanza del calcio e del fosforo è stata associata allo sviluppo dello scheletro. Attualmente l'interesse si è spostato verso i micronutrienti ossia verso quelle piccole quantità di minerali detti appunto (trace elements).

Dobbiamo tener presente che le ossa stesse sono costituite principalmente di calcio, fosforo e magnesio; pertanto bisogna fornire al cavallo questi elementi. Le cartilagini ed i tessuti connettivi sono più strettamente alleati con i micronutrienti (trace elements).

Tutti questi elementi devono lavorare in armonia per una buona crescita del cavallo che abbia uno scheletro forte, che sia ben muscoloso e resistente alla fatica. Anche se i progressi in questo campo sono lenti si sta facendo sempre molto di più per soddisfare le esigenze del cavallo visto che noi chiediamo altrettanto di più.

Certo l'uso incontrollato dei supplementi potrebbe disturbare il benessere del cavallo più che migliorarlo. Ma è anche vero che è finita l'epoca in cui ci si aspettava dal cavallo una buona prestazione solo con una razione di avena e fieno. t valido sia l'uso di supplementi naturali che chimici poiché il metabolismo del corpo non può distinguere la fonte dei nutrimenti. Sulle confezioni degli alimenti per cavalli sono indicati i valori energetici di ciascun prodotto ma sono ben lontani dall'essere precisi come per le fibre o le proteine. Probabilmente un buon metodo di valutazione è quello di somministrare l'alimento ed osservare quanti chili di granaglie necessitano per mantenere un certo peso al cavallo o aumentarlo.
 

Ferro e rame per i cavalli

Uno degli elementi di cui si fa largo uso ed abuso è il ferro. La gente di cavalli è interessata soprattutto alla velocità ad alla resistenza per cui i supplementi più venduti sono degli ematinici ossia dei ricostituenti del sangue come anche degli alimenti che hanno la pretesa di aumentare il numero dei globuli rossi.

Una delle pratiche poco efficaci e produttive è quella di rilevare periodicamente il numero dei globuli del sangue. Sebbene siano disponibili dei valori medi, la gamma dei valori è piuttosto considerevole. I cavalli sono degli organismi biologici e come tale, variano l'uno dall'altro. A complicare ulteriormente la interpretazione dei valori del sangue, specialmente dei globuli rossi, dei cavalli, vi è la cosiddetta "risposta a volo" (flight response). Se vi avvicinate ad un cavallo senza essere visti e quindi lo spaventate, questi, non si volterà indietro a guardare ma scalcerà via, per circa quaranta metri e poi controllerà il problema. A questo punto l'aumento dei globuli del sangue nel cavallo aumenterà drammaticamente. Pochi animali hanno la capacità di aumentare i valori del sangue a richiesta. Inoltre, quando i cavalli sviluppano una infezione, il corpo comincia a spostare il ferro del sangue e ad immagazzinarlo nel fegato. Questa azione potrebbe essere un metodo fisiologico di controllare l'infezione dal momento che certi batteri richiedono il ferro per riprodursi e quindi sopravvivere. Con una infezione in atto, iniettare del ferro infatti, potrebbe essere controindicato.

Non ci sono dati per sostenere che l'aumento dei globuli del sangue in un cavallo sano possa avvenire somministrando ferro, fegato, vit. B12 o una miriade di altri tonici. Quando un cavallo non corre bene, una libera somministrazione di questi tonici non è saggia. Iniettare nutritivi nel flusso sanguigno può eliminare la maggior parte del controllo fisiologico di un cavallo e quindi sconvolgerlo. Il corpo dell'animale è dopo tutto, un intricato organismo fatto di controllo ed equilibrio.

Il ferro è uno degli elementi largamente diffuso in natura. L'anemia che di solito si trova nei cavalli raramente è da attribuirsi al ferro. I puledri appena nati che si nutrono di latte, di solito, hanno un calo di globuli rossi e di ferro fino a che non vengono mandati fuori a nutrirsi diversamente. I puledrini nascono con scorte di ferro nel fegato che li sosterrà per un periodo di tempo. Il latte infatti è privo di ferro. Un'altra causa di anemia è senza dubbio dovuta al parassitismo intestinale. I cavalli che periodicamente vengono trattati con vermifughi gareggeranno molto meglio di quei cavalli a cui vengono dati dei ricostituenti del sangue.

Il rame è essenziale per incorporare il ferro nelle cellule dei globuli rossi. Inoltre hanno un ruolo importante in altre funzioni del metabolismo del corpo. Un sintomo specifico della mancanza di rame nei puledri è quel camminare sui nodelli alla nascita e subito dopo. Questa condizione non è simile ai tendini contratti che si verificano in date successive ma è una manifestazione prevalente in puledrini nati da fattrici che abbiano superato il decimo anno di vita. Ciò è dovuto al fatto che l'assorbimento del rame da parte dell'intestino diminuisce man mano che i cavalli vanno avanti con l'età. Questa condizione può essere corretta se ai puledrini vengono forniti alimenti contenenti rame. Il latte delle fattrici non contiene rame. Le deficienze di rame a volte si confondono poiché altri minerali interferiscono nell'assorbimento del rame stesso, come per es. il bolibdeno, lo zinco e lo zolfo. Pertanto le analisi del rame negli alimenti sono inutili se non si conoscono anche i valori dello zolfo e del molibdeno. Senza la presenza di sostanze interferenti, da 5 a 8 parti di rame per milione nella dieta può essere sufficiente. In pratica, sembra che non ci siano situazioni in cui le deficienze di rame siano semplici. D'altra parte, c'è un considerevole recupero prima che il rame diventi tossico. La tossicità potrebbe essere considerata solo quando alte concentrazioni di rame vengono date sporadicamente. Una quantità dieci volte superiore a quella richiesta non è un problema. Attualmente, in molti casi sono richiesti livelli da 16 a 20 parti per milione di solfato di rame o di cloruro di rame.

Di tanto in tanto alcuni cavalli sembrano sviluppare dei peli grigi sul muso durante l'alimentazione in stalla. Il problema generalmente appare quando un fieno alfalfa di buona qualità viene dato come unico prodotto insieme al sale. Alfalfa ha la tendenza a contenere alte quantità di molibdeno. I terreni che contengono alte quantità di molibdeno non rappresentano un problema purché vengano conciliati con calce. Il molibdeno quindi viene rilasciato dal terreno, assorbito dalla pianta e consumato coni dai cavalli. Gli animali non hanno l'abilità di selezionare minerali specifici che incontrino i loro fabbisogni. Nella maggior parte dei casi piccole quantità di sali minerali risolvono il problema.

Non è consigliabile dare ai cavalli sali minerali insieme al sale semplice perché questi consumeranno preferibilmente il sale semplice. La ragione è dovuta al fatto che molti sali minerali sono colorati. I cavalli sono ciechi ai colori e possono distinguere lo scuro dal chiaro. Se il sale è bianco è sistematico che su uno sfondo scuro il cavallo mangerà il sale bianco a dispetto dei sali minerali. Quindi è consigliabile dare solo i sali minerali. I giovani puledri preferiscono il sale granulare a quello in blocco.

Se i cavalli vengono nutriti con granaglie che crescono in loco, l'aggiunta di sali minerali è di notevole importanza. I prodotti industriali invece vengono già rafforzati con sali minerali; in quel caso il problema non si presenta.
 

Lettere al Dott. William J. Tyznik

"Ho una cavalla che in corsa, alla fine del miglio allenta le briglie; sembra quasi trascinarsi. Lo ho fatto analizzare il sangue ed i risultati hanno rilevato un SGOT alto (transaminasi glutammico ossalacetico).Questa cavalla non rompe. Di che tipo di alimentazione ha bisogno".

Un alto livello di SGOT nel sangue generalmente indica una carenza di selenio. Potreste chiedere al veterinario di dare al cavallo del selenio e vit. E (ESe) e poi fornire una razione che contenga almeno 0,1 parti per milione di selenio. Molti alimenti per cavalli in commercio vengono rafforzati con il selenio. Quando il cavallo è stressato, la richiesta di questo minerale è più alta e le scorte immagazzinate diminuiscono di conseguenza.

"Sono interessato al problema del "rinfondimento" nei cavalli. Ci sono delle indicazioni che riguardano questo argomento?"

Il rinfondimento è una condizione che riguarda l'infiammazione della lamina del piede. e cause sono numerose. Il miglior consiglio che posso darle è quello di cambiare tutte le razioni lentamente. Le difficoltà sorgono quando diventiamo impazienti e vogliamo correggere i problemi di una sottoalimentazione in un sol giorno. Il rinfondimento (laminite) non avviene per una carenza energetica. La causa assoluta di questa affezione non è stata ancora stabilita (fisiologicamente).

"Ho letto recentemente che il grasso aggiunto alla razione può migliorare il rendimento in corsa del cavallo. Vorrei conoscere la sua opinione in merito".

Il grasso è un'eccellente fonte di energia e può essere usato se il cavallo non è in grado di mantenere il suo peso attraverso gli energetici convenzionali come l'amido derivante dalle granaglie. Ci sono indubbiamente vantaggi ma anche svantaggi. Nel 1960 nell'Università dello Stato dell'Ohio, fornivano nella dieta il 40 per cento per peso corporeo di grasso senza che ciò causasse disturbi digestivi. Quindi, il grasso può essere usato come una risorsa energetica tranquillamente. Non vi è dubbio che i cavalli che vengono lavorati per estesi periodi di tempo sono più disposti a metabolizzare il grasso che non il glucosio o il glicogeno. Ciò però, avviene in cavalli che sono sani e ben condizionati. I cavalli che corrono dovrebbero essere abbastanza in carne da coprire le costole e trarre energia man mano che lo stress aumenta. E preferibile aggiungere grasso alle razioni quando un cavallo viene lavorato pesantemente e non può o non vuole mangiare amido sufficiente per mantenere il suo peso. I cavalli che non sono idonei (perché mancano di fondo) e sono grassi, non sono molto efficienti. I cavalli che sono sempre "su di giri" non sono tali perché mangiano alimenti specifici, ma piuttosto perché non sono stati ben allenati. Il grasso dovrebbe però essere usato solo quando è necessario e non come pratica generale. Il tipo di grasso non è importante poiché i cavalli digeriscono sia i grassi animali che vegetali. Un vantaggio dell'olio vegetale è che questo può essere versato negli alimenti.

"I miei cavalli hanno sviluppato una diarrea dovuta ad alcune razioni che non erano abbastanza buone come avrebbero dovuto. Sebbene questa grave condizione sia andata diminuendo, i cavalli non sono normali. C'è qualcosa che possa fare riguardo all'alimentazione per migliorare questa condizione?"

Quando i cavalli vengono sottoposti a rapidi cambiamenti nell'alimentazione o non si nutrono per un certo tempo, i batteri nell'intestino si sconvolgono. A questo punto, a parte le infezioni intestinali, certi batteri prendono il sopravvento e creano un rilassamento delle budella. I batteri sono organismi che vivono normalmente nel tratto, ma diventano dominati e non riescono a compiere ciò che dovrebbero. Questa situazione generalmente si verifica quando un cavallo è stato trattato con alte dosi di antibiotici o non si è alimentato per vari motivi. La tendenza dell'uomo a fornire energetici troppo velocemente prolunga il problema. Il metodo da seguire è quello di sostituire tutti i tipi di granaglie con fieno pulito di minore qualità per due settimane circa. Non appena le feci ritornano normali, si potranno introdurre lentamente, nutrimenti energetici per un periodo di tre settimane. I batteri nell'intestino dei cavalli impiegano tre settimane ad abituarsi al nuovo regime alimentare. Il più grosso problema avviene quando il cambiamento va da una alimentazione povera ad un altamente digeribile.